Una leadership indiscussa a livello mondiale, che coglie nella creatività e capacità d’innovazione italiane il valore aggiunto per la competitività sui mercati.
Visottica Industrie opera dal 1947 nel settore della componentistica per occhiali e oggi rappresenta da sola quasi la metà della produzione mondiale. La chiave di volta è stata di dividere la produzione tra lo stabilimento di Susegana, dove l’azienda ha la propria sede, per la commercializzazione verso l’Europa, e la produzione in Cina per il mercato del Far East, il più importante nel mondo per il settore. Una strategia avviata già da anni, che ha portato a una joint venture nel 2010 con Comotec che già possedeva un’importante realtà produttiva in Cina e un ufficio commerciale a Hong Kong. Nel luglio scorso quell’accordo si è completato con la totale acquisizione di Comotec da parte di Visottica che ora assume quindi il nome di Visottica Comotec.
“La produzione in Cina non è stata avviata con l’intento di risparmiare sui costi – spiega il presidente della società, Rinaldo Montalban – ma in un’ottica di servizio per il mercato di riferimento: la Cina è la maggiore produttrice al mondo di occhiali. Inoltre lo stabilimento cinese ha le medesime caratteristiche di quello italiano, dove oltre alla parte tecnologica di avanguardia vengono ottemperate tutte le certificazioni, soprattutto secondo le normative statunitensi, sia in temi etici nei confronti della manodopera che ambientali. A Hong Kong abbiamo mantenuto e potenziato l’ufficio commerciale con una parte dedicata all’aspetto amministrativo.
Lo stabilimento italiano resta dal canto suo fondamentale per servire il mercato nazionale che continua a rappresentare il 45% del nostro sbocco, e il resto d’Europa. Ma soprattutto in Italia restano la testa e l’anima dell’azienda, dove parte la spinta all’innovazione e si sviluppano i prodotti: lo stesso stabilimento cinese viene controllato in parte da qui e in parte da personale italiano in Cina per garantire sempre i medesimi standard qualitativi di produzione”. Le prospettive di crescita si affiancano a quelle previste per il settore, intorno al 3%: non poco per un colosso che stima di chiudere l’anno in corso intorno ai 58 milioni di fatturato.
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